Grassano – E’ Amerigo Ruggiero, primo “americanista” corrispondente dagli Stati Uniti d’America per il quotidiano “La Stampa” di Torino, il lucano illustre che il comune di Grassano ha proposto quale nuovo personaggio del Museo dell’Emigrazione lucana del Centro “Nino Calice” di Castel Lagopesole.

Il progetto di valorizzazione di questo personaggio è stato presentato dal comune e finanziato dalla Regione Basilicata. Nel pomeriggio di venerdì otto giugno, il giornalista nato nel 1878 e scomparso nel 1959, è stato raccontato in un seminario di studio a cura dell’associazione “Mondi Lucani” . Al seminario che si è tenuto nell’auditorium comunale della Pace di Grassano , ha partecipato oltre che un folto pubblico, l’amministrazione comunale, il Coordinatore del Museo Luigi Scaglione, il funzionario regionale Rocco Romaniello, la consigliera di pari opportunità Maria Albano, il vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti Vito Bubbico e l’associazione Auser. A moderare il lavori è stato il giornalista Giovanni Spadafino. Il sindaco Filippo Luberto, il presidente del consiglio Rielli e l’assessore Malvinni hanno ringraziato la Regione per l’opportunità avuta nel valorizzare uno dei tanti grassanesi che si è distinto nel mondo, convinti che l’emigrazione può rappresentare un motore di sviluppo e che è necessario e doveroso raccontarne la storia.
La professoressa Maria Raffaella Magistro, presidente dell’associazione “Mondi lucani” nel suo intervento ha presentato la figura di Amerigo Ruggiero illustrandone la vita e l’impegno professionale come giornalista e scrittore.
Nato a Grottole ma vissuto nel paese d’origine della madre, Grassano, Amerigo Ruggiero, medico e veterinario con la passione per la scrittura, emigra a New York nel 1907 rientrando in Italia qualche anno dopo per partecipare alla prima guerra mondiale. Ritorna in America nel 1922 e riceve l’incarico dal giornale “La Stampa” di Torino (per più di un trentennio) come corrispondente dagli USA scrivendo tantissimi articoli sull’economia, la società, la politica americana e gli emigrati italiani, soprattutto quelli meridionali. Lucida la sua denuncia sull’incapacità della borghesia meridionale emigrata di America. Una incapacità, dice Ruggiero, ad assumere il ruolo di direttrice e organizzatrice dei “cafoni” e delle condizioni di vita di questi ultimi. La lettura di alcuni articoli e il commento dei giornalisti Maria Andriulli e Vito Bubbico, hanno permesso di comprendere il pensiero e il senso critico di un grande giornalista lucano del ‘900 rispetto al fenomeno dell’emigrazione. Autore del libro “America al bivio” edito da Einaudi nel 1934, Ruggiero è stato un testimone diretto della grande crisi del 1929 e attraverso la sua penna ha potuto raccontarne le conseguenze spesso infiltrandosi nei sobborghi newyorkesi travestendosi e truccandosi da uomo di colore. Durante il seminario è stata proiettata l’intervista al nipote, il signor Amedeo, nella quale si racconta dell’incontro con Benito Mussolini e del rifiuto di Ruggiero nel dare il saluto fascista. Un incontro durato quasi due ore durante il quale il Duce rivolge molte domande al giornalista.
Redazione giornalistica SudItaliaVideo