E’ Mons. Alessandro Ciocia il lucano illustre che il comune di Salandra ha candidato quale nuovo personaggio del Centro “Nino Calice”, Museo dell’Emigrazione Lucana di Castel Lagopesole.

La presentazione della proposta di candidatura è avvenuta attraverso un seminario di studio che si è tenuto giovedì 27 dicembre nell’aula consiliare, alla presenza della cittadinanza.
Al tavolo della conferenza era presente il sindaco Gianfranco Tubito, il coordinatore del Museo Luigi Scaglione, la presidente dell’associazione “Mondi Lucani” Maria Raffaella Magistro moderati da Maria Andriulli. Erano presenti i rappresentanti religiosi, militari, i consiglieri regionali Francesco Mollica, Giuseppe Soranno e il funzionario Rocco Romaniello.
Prima dell’inizio del seminario, l’attore Giuseppe Ragone ha dato lettura della dedica affettuosa che la comunità di Salandra rivolse a Mons. Ciocia negli anni ’50 durante uno dei suoi tanti viaggi in visita alla famiglia.
Un salandrese illustre, ha detto il sindaco, che oltre ad aver avuto un ruolo importante in terra d’America sempre al fianco dei nostri emigranti, con la costruzione dell’asilo a Salandra ha lasciato un segno tangibile alla comunità oltre ad aver mantenuto sempre i legami con il paese natio anche attraverso il rapporto fraterno con il Venerabile Mons. Raffaello Delle Nocche.
Lo studio su Mons. Ciocia è stato possibile grazie al progetto: “valorizzazione di un lucano illustre” della Regione Basilicata presentato dal comune di Salandra e affidato all’associazione “Mondi Lucani” di Montescaglioso. Lo storico Giovanni Quaranta della “Mondi Lucani” ha condotto una ricerca attenta e scrupolosa negli archivi italiani e americani. Ricerca arricchita anche dai documenti gentilmente concessi dalla famiglia Ciocia e che Quaranta ha presentato in modo chiaro e preciso.
La presidente dell’associazione nel suo intervento si è soffermata sul ruolo della chiesa italiana e degli Scalabriniani nelle little Italy americane che ricreavano in qualche modo i luoghi d’origine alleggerendo così il difficile adattamento e inserimento in una terra straniera a volte matrigna.
Mons. Ciocia nasce a Salandra nel 1884 in una famiglia che, vista la vocazione, gli permette di studiare prima presso il Pontificio Collegio Leoniano e poi presso l’Istituto Pontificio dell’Apollinare. Dopo l’ordinazione sacerdotale a 23 anni, continua gli studi di sociologia a Bergamo e poi presso la Georgetown University di Roma. La collaborazione con il Commissariato Generale dell’Emigrazione e con i missionari Scalabriniani, che si occupano degli emigrati italiani nel mondo lo porta a far parte nella “Società dei Missionari di Emigrazione di Sant’Antonio da Padova”, per l’assistenza spirituale e materiale degli emigranti sui piroscafi durante le traversate oceaniche. Destinato a operare quale missionario nell’America del Sud, don Alessandro, però, decide autonomamente di raggiungere New York, ma questo gli costa la sospensione a divinis anche se in seguito viene riabilitato e destinato finalmente a svolge la sua azione evangelica negli Stati Uniti. A Brooklyn, dove opera con maggiore frequenza dal 1919 si guadagna il giudizio di “very eloquent speaker” per le sue capacità oratorie e ricopre per il resto della sua vita un ruolo fondamentale oltre che di uomo di chiesa e di grande cultura anche di sostenitore dei diritti e dei bisogni dei nostri emigranti preservando cultura e tradizioni.
Dal 1933 al 1960 dirige il settimanale “Il Crociato” nei cui articoli si presentava l’azione della Chiesa Cattolica nei due emisferi . Muore nel 1964 e la sua salma viene portata a Salandra nella tomba di famiglia.
Maria Antonietta Lisanti ha letto uno stralcio del primo numero del giornale “Il Crociato” dove emerge la centralità della chiesa e di Roma :“Sommo onore, che gli deriva dall’essere Roma stata collocata dalla volontà celeste nel centro del mondo e prescelta ad essere la rocca formidabile della sua potenza spirituale …”.
Una personalità riconosciuta negli ambienti americani che contavano, che non perdeva occasione per difendere i diritti degli emigranti contestando quelle leggi sull’immigrazione, che limitavano il numero di ingresso degli immigrati in America, compresi gli italiani.
Mons. Ciocia è stato ricordato dalla nipote Rosa che lo ha definito come uomo dagli ampi orizzonti dedito ad aiutare i poveri come ha ricordato anche Suor Concettina delle Discepole di Gesù Eucaristico che ha fatto un appello affinché le istituzioni sostengano le necessità dell’asilo voluto da Mons. Ciocia. Appello che è stato raccolto dal consigliere regionale Soranno che ha apprezzato l’iniziativa dell’amministrazione comunale nel voler valorizzare una figura importante di Salandra che merita di essere meglio conosciuta.
Dell’importanza di valorizzare le personalità lucane emigrate nel mondo ha parlato Luigi Scaglione presentando l’attività del Museo dell’emigrazione lucana di Castel Lagopesole che ha già avuto diecimila visite raccontando attraverso quattordici storie l’emigrazione lucana e facendo riscoprire personaggi come Rocco Petrone, Anthony Celibrizzi ma anche donne straordinarie come Rosa Muscio e Rosita Melo. Storie a cui oggi si aggiunge quella di un uomo di chiesa come Mons. Ciocia.
A concludere i lavori del seminario è stato il consigliere regionale Francesco Mollica che ha ripercorso le attività della Commissione Lucani nel Mondo e l’importanza delle associazioni di lucani che rappresentano i veri ambasciatori della nostra cultura. Mollica ha inoltre sottolineato che la nostra emigrazione ci deve far riflettere rispetto ai fenomeni migratori di oggi e al tema dell’accoglienza.
Redazione SUDITALIAVIDEO